Mercoledì 20 novembre si rinnova l'appuntamento con i mercoledì di Storia Patria con un convegno, che si terrà nella sede della società di via Xiboli 383 a Santa Barbara (CL), e dedicato alla figura di Luciano Scarabelli. A condurre la giornata sarà il prof Antonio Vitellaro, presidente della Società nissena di storia Patria.
I Nisseni in gran parte sanno che la loro biblioteca comunale è dedicata a Luciano Scarabelli; molto pochi di essi sanno, invece, chi era Luciano Scarabelli.
Vitellaro ha scritto di lui in molti suoi lavori, la principale delle quali è la lunga e documentata biografia Luciano Scarabelli. L’avventura di un intellettuale laico dell’Ottocento, edita nel 2008.
Scarabelli, piacentino (1806-1878) fu un poligrafo, s’interessò, cioè, di molte questioni: scrisse di storia, di economia, di statistica, di archivistica, ma anche di problemi letterari.
Nel clima dell’Italia unita (fu deputato nel primo parlamento nazionale), ritenne di primaria importanza la questione della lingua come fattore unificante della coscienza nazionale e, di conseguenza, promosse gli studi su Dante, il padre della lingua italiana e, quindi, padre spirituale della rinata nazione italiana.
La nostra biblioteca possiede un bel libro di Luciano Scarabelli, tipograficamente molto elegante e bibliograficamente molto interessante, ed è l’edizione a stampa, per la prima volta in epoca moderna, del primo commentatore di Dante, il bolognese Jacopo della Lana, contemporaneo di Dante, che lo scrittore piacentino pubblicò in occasione delle celebrazioni per il sesto centenario della nascita di Dante Alighieri, che si tennero a Firenze in pieno clima di fervore unitario.
E’ una pregevolissima edizione autografata dallo Scarabelli, che lo stesso autore consegnò personalmente al barone nisseno Vincenzo Difiglia, allora parlamentare nazionale, affinché lo portasse brevi manu a Caltanissetta.
Scarabelli non fu un esegeta della Divina Commedia, ma un appassionato e infaticabile studioso dei codici danteschi (la fatica immensa che avvicina la lezione dantesca al suo originale, egli diceva); ebbe così modo di collaborare con i più grandi studiosi di Dante, che in quegli anni erano quasi tutti stranieri, principalmente tedeschi, ma anche inglesi e svizzeri, che lo apprezzarono per il suo lavoro. Si può ben dire che Luciano Scarabelli rifondò gli studi danteschi in Italia dopo l’unità d’Italia.
A lui si deve anche una moderna e precorritrice posizione sulla tanto discussa questione della lingua: la lingua nazionale della nuova Italia non potrà essere imposta per legge, ma si formerà con il progredire della cultura (per il movimento delle menti, egli diceva), con il concorso di tutte le regioni italiane.