Il lavoro svolto vuole essere una presentazione monografica dell’opera di Alfonso Campanile, poeta siciliano del secondo dopoguerra, nato e vissuto a Caltanissetta, poco
conosciuto a livello nazionale non per una presunta perifericità della sua poetica ma per ragioni inerenti il carattere proprio dell’autore.
La sua opera, lungi dall’essere il dilettantistico lavoro di un appassionato, è la testimonianza di una ricerca che racchiude in sé le principali linee di sviluppo che da Montale in poi hanno riguardato le poetiche del secondo Novecento.
Sin dalle prime opere uscite negli anni cinquanta, Campanile si presenta ai suoi lettori come poeta moderno sempre attento a quanto di più significativo la cultura nazionale e internazionale ebbe da offrire. Il suo percorso prende le mosse dai modi di una poesia tardo crepuscolare nella quale si possono ravvisare da subito i segni della moderna complessità ermetica, naturale sbocco di quella che è una caratteristica che troveremo in tutta l’opera di Campanile: la tendenza alla riflessione introspettiva.
Le chiusure della poesia pura riguarderanno solo marginalmente l’espressione di un poeta che mostrò sempre nella vita e nelle sue liriche un interesse sincero e partecipato per la società in cui visse. Fu infatti uno dei protagonisti della primavera culturale che caratterizzò Caltanissetta tra gli anni cinquanta e sessanta e che ebbe come centro propulsore e di aggregazione la Libreria e casa editrice di Salvatore Sciascia del quale Campanile fu anche stretto collaboratore. Di questo impegno culturale e sociale sono pervasi i versi di Amore contro Amore, in cui Campanile approda ad esiti di deciso realismo sempre in una chiave che potremmo definire esistenziale.
Poeta mai interessato alle mode, si tenne lontano dal dibattito tra ermetismo e neorealismo non abbracciando il programma di nessun gruppo o scuola che pure in quegli anni proliferarono. La prima parte di questo lavoro è dedicata allo studio ragionato della biblioteca privata di Campanile, attraverso il quale si è cercato di fare luce su quelle letture che maggiormente segnarono il percorso dell’autore, ponendo attenzione anche ai lavori di traduzione che il poeta svolse privatamente, tra i quali la più significativa e costante fu la traduzione dell’opera del filosofo francese Theilard de Chardin.
La seconda parte è dedicata invece all’analisi delle opere di Campanile che videro la pubblicazione, con un’attenzione particolare alla loro collocazione nell’ambito del panorama poetico nazionale.